Mai arrendersi: la vita del Colonnello Carlo Calcagni, tra sport e malattia
Vivere tra medicine, flebo, ossigeno terapia, ventilatore polmonare, interventi d'urgenza e diventare campione mondiale di atletica paralimpica

La carriera militare
Il Colonnello del Ruolo d'Onore Carlo Calcagni, nato il 30 ottobre 1968, si arruola nell'Esercito l'8 gennaio 1988.
Tra il 1989 e il 1991 circa svolge gli studi per il corso di pilota di elicotteri, classificandosi al 1° posto; negli anni successivi prende parte a operazioni tra Sicilia, Campania e Calabria, distinguendosi sempre per la disponibilità e professionalità.
Dopo aver partecipato anche a missioni internazionali prima in Turchia e successivamente in Albania, nel 1996 viene inviato in missione internazionale di pace in Bosnia-Erzegovina a Sarajevo in qualità di pilota e in diverse occasioni partecipa a operazioni di recupero di salme e feriti di guerra.
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Mai arrendersi: sport e malattia
Ha sempre praticato attività sportiva agonistica, fregiandosi di 15 titoli di campione Italiano di ciclismo su strada e facendo sempre ben figurare l'Esercito, diventando nel 2001 "migliore atleta dell'Esercito Italiano".
Purtroppo nel 2002, proprio nel corso degli allenamenti, si accorge che il suo corpo inizia a non rispondere adeguatamente alle sollecitazioni e "grazie" allo sport scopre di essere gravemente malato, causa le nanoparticelle di uranio impoverito con cui era venuto in contatto nell'adempimento del proprio dovere, ed inizia un lungo e sofferto calvario, che tuttavia lo vede sempre pieno di una grande ed inesauribile forza d'animo, che mai lo ha abbandonato.
Nel 2005 il Comitato di Verifica per le Cause di Servizio conferma l'invalidità permanente riportata "per le particolari condizioni ambientali ed operative di missione fuori area", decretando anche il riconoscimento dello status di Vittima del Dovere.
Il 19 marzo 2009 il Ministero della Difesa dispone che il Col. Calcagni venga iscritto nel Ruolo d'Onore.
Negli ultimi anni Calcagni è seguito da vari specialisti e si sottopone periodicamente a ricoveri presso il "Breakspear Hospital" nel Regno Unito. Negli ultimi due anni la già severa patologia multiorgano si complica con le diagnosi di cardiopatia da metalli pesanti (cardiopatia con alterazione del rilasciamento diastolico ventricolare), encefalite demielinizzante autoimmune di tipo cronico degenerativo ed irreversibile con sindrome atassica, polineuropatia sensitivo-autonomica e sindrome da affaticamento cronico, fibromialgia, sino alla diagnosi di Parkinsonismo ricevuta nel giugno 2015.
Intervista al Colonnello Carlo Calcagni
Quotidianamente il Colonnello Calcagni necessita di alimentazione priva di glutine, zucchero, latte e suoi derivati; ogni giorno deve assumere oltre 300 compresse e praticare 7 iniezioni di immunoterapia. Egli deve effettuare ossigenoterapia per grave ipossia tissutale 18 ore al giorno, praticare ossigenoterapia in camera iperbarica, sauna ad infrarossi per almeno 60 minuti al giorno, nonché mantenere l'ossigenazione notturna con il supporto del ventilatore polmonare. Ha, inoltre, la prescrizione di praticare quotidiana terapia infusionale e di sottoporsi periodicamente a plasmaferesi, una sorta di fialisi, e trasfusioni ematiche all'occorrenza. A ciò si aggiungano la difficile gestione delle frequentissime infezioni batteriche in ragione di una severa condizione di immunodepressione, le setticemie batteriche da infezione di uno dei due cateteri venosi centrali che gli consentono di praticare le quotidiane terapie in fleboclisi e la possibilità non rara di necessità di interventi clinici da eseguire in urgenza.
Nonostante tutto, Carlo continua a vincere, sino a quando nel 2010 viene accertata la necessità urgente di trapianto allogenico di midollo, per cui si vede costretto ad abbandonare l'agonismo a causa dell'aggravarsi delle condizioni di salute.
Ha scelto di non arrendersi. Mai. Un imperativo categorico onorato con una volontà di ferro fatta di muscoli, sudore cuore e testa: sfidare la malattia e annusare la vita con il suo inseparabile triciclo volante con il quale ha conquistato medaglie e podi mondiali: 2 ori agli Invictus Games di Orlando in Florida nel 2016 e 2 ori in Coppa del mondo di paraciclismo come atleta del Gruppo sportivo paralimpico della Difesa.
Lo Stato siamo noi cittadini. L'uniforme è per me la patria e racchiude tutto ciò che anch'io rappresento: l'onore, la dignità, l'umiltà, la determinazione, il carattere, la disponibilità verso gli altri, l'amore verso il prossimo, il sacrificio e al tempo stesso la forza, il coraggio e la speranza.
Fonte: vittimedeldovere.it
Estratti dall'intervista
Autori: Michele Caracciolo, Mino Spalluto.
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